Io è un’altra. Je suis et bientôt je repars – Orith Youdovich / Chantal Akerman (Work in progress)
“Questo film è su mia madre, mia madre che non è più […] E’ un film su mia madre, ma non solo”, disse Chantal Akerman alla presentazione del suo film “No Home Movie” al Festival di Locarno del 2015. Ma anche il “non solo” è profondamente legato al mondo di sua madre, ebrea e sopravvissuta alla Shoah, costretta a lasciare il suo paese natale, la Polonia, per stabilirsi altrove. Un mondo complesso che ha investito la vita della Akerman, la quale, attraverso tutta la sua opera cinematografica, affronta i temi della memoria e dell’identità, dell’appartenenza culturale e linguistica, del femminile; si interroga, inoltre, sul tempo, sulle relazioni familiari, sulla sua esistenza intrecciata con quella della madre e con il mondo ebraico.
In “News from Home”, Akerman legge le lettere inviatele dalla madre. Lettere come racconti di vita quotidiana, legami familiari, nostalgia e preoccupazioni. Lettere scritte a Bruxelles e lette a New York, dove la cineasta viveva, e rilette ad alta voce nel film mentre sullo sfondo scorrono le immagini delle strade anonime della metropoli.
Io è Chantal Akerman.
Le lettere di mia madre inviatemi negli anni da Tel Aviv e lette a Roma, ora sono da me riscritte in “Je suis et bientot je repars”. I racconti di vita privata, familiare, le difficoltà esistenziali, il distacco dagli affetti, la realtà di un paese sono tutti elementi intrecciati con immagini da me realizzate nel tempo: immagini di oggetti, libri e testi, luoghi e paesaggi; frammenti per tracciare una storia privata e collettiva, un legame con una cultura, quella ebraica attraverso la storia di mia madre, costretta a lasciare alle spalle i suoi luoghi, il suo universo culturale e sociale in Bulgaria per stabilirsi a Tel Aviv.